venerdì 23 luglio 2010

Parole parole parole, e i fatti quando?

A tutti riesce parlare di amore, compassione, empatia, pace, ecologia. Non è difficile trovare belle parole con cui riempirsi la bocca. Ma se mi parli di ecologia e continui, ad esempio, ad usare la benzina, c’è qualcosa che non va. L’alternativa esiste, perché non approfittarne?

Se mi parli di deforestazione, e continui a mangiare carne, c’è qualcosa che non va. La deforestazione è causata soprattutto dalle nostre abitudini alimentari. E l’alternativa alla carne esiste. Non viviamo al polo nord dove ci sono soltanto foche.

Se rimani incantato di fronte ad un cervo e poi mangi pasta al ragù, magari di cervo,c’è qualcosa che non va. Deleghi solo ad un’altra persona ciò che la tua anima istintivamente aborre. Ma non venirmi a dire che ami gli animali.

Se parli di compassione e spiritualità e mangi carne “ogni tanto”solo per soddisfare il tuo gusto (che è solo un condizionamento), c’è qualcosa che non va.

Si può uccidere ogni tanto? Bè allora posso anche rubare ogni tanto, magari a casa tua, per soddisfare le mie voglie. Uccidere significa rubare la vita.Cosa c’è di più estremo?

Se ti consideri un amante della natura e ti dispiace vedere alberi centenari tagliati ma usi prodotti che contengono olio di palma, c’è qualcosa che non va. La produzione di olio di palma determina deforestazione di intere nazioni.

Se sai che dietro la fabbricazione di un certo prodotto industriale c’è lo sfruttamento di bambini e continui ad adoperarlo, c’è qualcosa che non va. Continui a fare quello che hai sempre fatto per abitudine, o perché lo fanno tutti o perché credi che tu non possa fare la differenza.

Se vedi bambini africani denutriti e continui a consumare risorse in modo indiscriminato, puoi piangere quanto vuoi, ma i bambini continueranno a morire di fame.

Se parli di amore per gli animali ai tuoi bambini e li porti allo zoo o al circo a vedere il triste spettacolo di prigionieri a vita, che messaggio mandi? Come puoi chiamare amore la schiavitù e la sofferenza di animali che vogliono vivere ed essere liberi quanto te?

Se fai vedere ai tuoi bimbi le mucche felici al pascolo e gliele fai accarezzare e mungere e non dici loro che poi verranno sgozzate e che se le ritroveranno nel piatto, che messaggio mandi? Questo è l’inizio della schizofrenia morale che ci accompagnerà tutta la vita. E che ci farà accarezzare i nostri amati gatti mentre mangiamo tranquillamente il prosciutto.

Ma perché nascondere una realtà così ovvia? Perché dietro c’è qualcosa di sbagliato, che va contro la nostra natura. Nessuno può rimanere indifferente davanti alla sofferenza di un’animale umano o non.

Siamo sotto un condizionamento. Abbiamo sentito dire così tante volte sciocchezze del tipo: “l’uomo è un animale onnivoro” che siamo arrivati a crederci davvero. Ormai fa parte del nostro dna mentale. Eppure la vista di un animale sgozzato suscita in noi compassione, non appetito. Ecco perché dobbiamo nasconderlo.

La nostra anatomia è completamente diversa da quella degli animali carnivori, mentre siamo praticamente uguali alle scimmie, che sono frugivore. E’ un’evidenza. Come il fatto che l’erba è verde. Non è un’opinione. Eppure non vogliamo vederla.

Ma qualsiasi favoletta può diventare realtà quando viene ripetuta abbastanza a lungo. E noi negheremo anche l’evidenza pur di non cambiare. Negheremo i nostri sentimenti più profondi di compassione. In realtà quello che cerchiamo è l’approvazione della società, dell’autorità. Non la verità. E ci chiudiamo davanti a qualsiasi cosa possa mettere in pericolo quella illusoria realtà che chiamiamo ego, costruita su condizionamenti ed idee non nostre. Ma abbiamo paura di abbandonarlo. Perché pensiamo di essere quello.

Se non cambi il tuo stile di vita puoi parlare per ore di amore e compassione, ma questo non renderà migliore il mondo. Se vuoi che qualcosa cambi devi cambiare te stesso e di conseguenza quello che fai. Devi abbandonare la paura.

Ciò che facciamo è il riflesso di quello che pensiamo. Se mangio carne pur avendo un'alternativa, significa che considero inferiori gli altri animali, che non mi interessa più di tanto la questione ecologica, che approvo i cacciatori, che è importante la mia libertà ma non quella degli altri esseri viventi. Un conto sono le parole, un altro i fatti. E' sempre meglio attenersi ai secondi. Cosa fai, adesso, di concreto ed efficace?

Puoi parlarmi di empatia o perderti in altissime speculazioni morali e spirituali. Tutti possono farlo. Ed infatti lo fanno in molti. Ma chi ha il coraggio di cambiare davvero qualcosa? Di fare delle scelte reali, che possono veramente contribuire ad un mondo migliore? Chi è disposto a rinunciare a certezze consolidate, a mettersi in discussione, a cercare altre vie, altri stili di vita più sostenibili ed in linea con la sua natura?

Se non hai il coraggio di cambiare i tuoi schemi, anche quelli più radicati e che il condizionamento culturale ti ha fatto credere veri per anni, non hai alcun potere di cambiamento sul mondo. E non puoi lamentarti se le cose vanno male. Perché tu non fai niente per cambiarle.

Se non sei disposto a mettere in discussione ciò che ritieni ovvio, ed uscire dalla tua zona di comfort, dove tutto è a posto e gli altri ti approvano, non puoi lamentarti delle cose che vanno male. Ti stai solo prendendo in giro. Se Gandhi non avesse avuto un’idea forte, non l’avesse vissuta lui stesso e non l’avesse gridata al mondo, pur se in modo non violento, cosa avrebbe prodotto?

Il coraggio di “fare” è quello che manca ai più. Il coraggio di dire “basta” a ciò che non fa bene né a loro stessi né al resto del mondo, anche se questo può sembrare scomodo. Il coraggio di farlo non nella negazione, ma nell’amore e nella comprensione per tutte le creature e del loro diritto alla vita e alla libertà.

Spesso si accusano le persone che fanno una scelta vegan di andare sempre contro qualcosa. Ma nel “fare”, nelle scelte di ogni giorno, nella lista della spesa, sta l’azione positiva, propositiva, di vero cambiamento. E’ un’impegno costante,un fare affermativo, concreto, oltre le parole, le belle idee.

Ogni azione positiva ha la sua controparte. Se compro un certo prodotto, non ne compro un altro. Non si tratta di protestare, anche se la protesta può far parte del gioco, ma di cambiare noi stessi realmente, cambiando modi e stili di vita inutili. Di essere un esempio. Questa è la vera protesta. Tutto il resto sono chiacchiere. Non si tratta di fare sacrifici, ma di liberarsi dalle catene di false realtà, di orpelli che non ci appartengono, mantenuti in vita da chi ne trae vantaggio.

Non si tratta di andare contro qualcosa, ma di andare realmente CON noi stessi, impegnandoci concretamente e liberandoci dai condizionamenti. Significa alleggerire la nostra anima di tutto quello che non siamo e non vogliamo.

Per fare questo è anche necessario conoscere come stanno le cose. Non possiamo essere nè a favore né contro qualcosa che non conosciamo. Quindi l’informazione è la base di tutto. Non a caso chi detiene il potere si assicura sempre di averne il monopolio.

Se abbiamo informazioni errate, o ci viene addirittura negata l’informazione, crediamo di essere nel giusto anche quando in realtà facciamo qualcosa di sbagliato. Non per niente i macelli sono tutti nascosti in periferia e tenuti ben occultati. Un altro esempio lampante è l’uso dei vaccini. Imbottiamo i nostri bimbi di sostanze chimiche a partire dai primi mesi di vita, e lo consideriamo normale e giusto perché nessuno ci dà un’informazione corretta…e poi tutti fanno così!

Quando cresciamo con una sola informazione, la scambiamo per la verità. E non osiamo metterla in discussione. Soprattutto perché è in gioco il nostro senso di identità ed appartenenza.

Io posso dimostrarti con l’evidenza dei fatti che una certa cosa è così, ma se sei cresciuto con l’idea opposta, anche se questa è evidentemente falsa, sarà molto difficile che tu possa cambiare, a meno che qualcosa di molto forte dal punto di vista emotivo non ti apra gli occhi.

Tutti i grandi cambiamenti della vita nascono infatti da una spinta emotiva, dalla sensazione viscerale che la nostra anima non può accettare una certa cosa, e quindi deve in qualche modo cambiarla. Da questo impulso iniziale nasce l’esigenza di sapere di più, di conoscere i motivi di questa spinta. E poi la voglia di trasmettere ad altri il nostro sentire, i nostri pensieri (ciò che sentiamo, che pensiamo e facciamo sono legati in modo indissolubile, anche se la nostra educazione tende a tener separati questi mondi).

Ecco che nasce l’azione, cioè la scelta di cambiare noi stessi e di aiutare gli altri a vedere più chiaramente. Non si tratta di essere o sentirsi migliori, ma di rendere partecipi gli altri di questa scoperta. Se questa è in parziale o totale disaccordo con le credenze dei più, probabilmente verremo indicati come pazzi. La storia è costellata di scoperte, anche scientifiche, che inizialmente sono state ridicolizzate per poi essere accettate come realtà indiscutibili.

Ci saranno persone che invece condividono il nostro pensiero, si creeranno gruppi, si formerà forse un movimento con ideali comuni, ci saranno discussioni, divisioni e via dicendo. Tutto il resto è storia. Ma tutto parte da un sentimento, da un moto interiore di insofferenza verso qualcosa che non ci appartiene. Nasce dall'empatia per le sofferenze altrui. Che diventano nostre. L’importante è che questa nostra verità non ci chiuda, cioè non sia per noi un dogma da imporre ad altri.

Ognuno ha la sua idea del mondo. Nostro dovere e diritto deve essere quello di dare a tutti un’idea in più, un modo diverso di vedere, un nuovo punto di vista . Dare l’esempio di ciò che diciamo.

Soprattutto dobbiamo sempre mettere in evidenza l’importanza di fare qualcosa, cominciando da dove è più facile per quella persona.

Se è vero che ognuno ha i suoi limiti, è anche vero che siamo infinitamente potenti, possiamo scegliere in ogni momento cosa fare, e non possiamo nasconderci dietro comode maschere che chiamiamo tradizione, abitudine ecc, per non cambiare una virgola in noi stessi e di conseguenza nel mondo.

Si può parlare per ore di nobili verità, ma se non siamo disposti ad abbandonare nessuna abitudine (e quindi ad andare con se stessi, a volte controcorrente), pur sapendo quanti danni e morti arrechi questa nostra abitudine, le nostre nobili verità saranno solo fumo al vento.

Non posso parlare di pace ed uccidere altri esseri viventi quando potrei benissimo farne a meno. Non posso parlare di compassione e comprare scarpe che comportano sfruttamento del lavoro minorile. Non posso parlare di inquinamento e comprare scarpe di pelle, sapendo che la concia è un procedimento estremamente inquinante. E non posso neanche lamentarmi per la scarsità di acqua, se con i miei atteggiamenti sostengo e do impulso ad attività mortifere. O meglio, posso farlo, ma sto ingannando ancora una volta me stesso e gli altri.

"E le verdure?" Ma cosa fa di concreto per salvare le verdure chi fa questa domanda? Non mangiare carne è il modo migliore per salvare molte verdure.

"E le tigri?" Ma le tigri sono carnivore. Il loro corpo è progettato per questo. Loro sono carnivore. Noi no. Noi uccidiamo senza necessità. Ci nascondiamo dietro parole come "tradizione", "giusto equilibrio". Ma la sostanza è che continuiamo ad uccidere senza averne necessità. E così facendo provochiamo disastri dentro e fuori di noi.

Tolleranza? Certo dobbiamo rispettare l'idea di tutti, ma non possiamo essere indifferenti alle cose che ci sembrano ingiuste. E questo significa fare qualcosa, cioè far conoscere, con amore, le realtà che spesso vengono nascoste. E' un diritto-dovere di tutti.

Estremismo? Qualsiasi parola, per quanto dura, non può eguagliare l'atto estremo di privare della vita e della libertà un'altra creatura.

Ecco quindi cosa significa, essenzialmente, essere vegan. Fare qualcosa di concreto. Tutto qui.

Non si tratta di essere migliori, anche se spesso chi cerca di fare qualcosa viene additato come quello che vuole fare il “bravo”.

Le persone spesso si trincerano dietro i giudizi per nascondersi ancora una volta. E continuare a non fare niente di diverso.

Ma se interpretiamo ogni sforzo altrui come un atto di superbia e arroganza, c’è da chiedersi come mai. Perché applichiamo questo filtro? Per paura? Per comodità? Lascio a voi la risposta...

La paura scompare quando decidiamo di "fare".

Con passione e amore. Questo è l’unico antidoto.

Il momento giusto per evolvere è Adesso.

Articolo di David Ciolli - Redazione di Promiseland.it


sabato 10 luglio 2010

Qualcuno lo chiama amore..

Per quanto difficile possa essere seguire il mio sentiero, io seguirò quel sentiero. Nessuno potrà farlo per me.

Per quanto sia duro essere disapprovato e criticato quando ondeggerò sulle maree del mio spirito, ugualmente veleggerò su di esse. Perché quelle onde non torneranno mai più.

Per quanto sia tremendo danzare da soli nella notte avendo come unico compagno il silenzio del bosco, io mi muoverò solo seguendo quei passi. Perché nel dolore saprò di essere vivo e che solo in me vi è il seme che sempre si rinnova.

Per quanto sia amaro vedere in me stesso il bene e il male del mondo, io avrò solo quella visione. In altri non cercherò le mie colpe e le mie debolezze.

Per quanto tenebrosi siano i miei demoni interiori e luminosi i miei angeli, io avrò abbastanza compassione per abbracciare gli uni ed abbastanza amore per gioire degli altri. Perché se rifiutassi le mie ombre oscure fuggirei la vita.

Per quanto sia straziante piangere senza uno sguardo che ti accarezza, piangerò intensamente quelle lacrime e prenderò per mano la mia anima, ed andremo dove solo io so condurla. E saprò di aver amato, e sofferto.

Ricorderò di essermi esaltato al canto del fuoco e alle fiamme struggenti di occhi neri e grandi. Ricorderò la malinconia di danze antiche e il fresco vento delle sere estive. Ricorderò calde savane, quando la criniera unta si impastava al fango.

Gusterò il sapore caro e lontano di profumi di grano e muschio e mi lascerò cullare dal ricordo.

E godrò anche dell’attimo sempre assente.

Ho creduto mille volte di sapere ed altre mille mi sono completamente smarrito.

Se qualcuno mi dirà che sbaglio e che la mia strada dovrebbe essere diversa, perché così vogliono le regole della vita, io lo aiuterò a capire che luce e sole della nostra vita possiamo e dobbiamo essere soltanto noi stessi e che l’unica verità che conta è quella che ci rende liberi di essere noi stessi.

Ed altra verità non esiste.

E questo ci darà abbastanza spazio per contenere l’abisso del Niente e il desiderio del Tutto. Questo mi renderà debole e forte.

Si, debole e forte, così sono in profondità…poiché ho bevuto al calice della solitudine ed ho imparato ad aspettare.

Perchè nel mio spazio c’è posto per il ricordo, non per il rimorso…

E a te che rivolgo queste parole… se solo e pensieroso mi vedrai aggirare nel rosso crepuscolo d’aprile, saprai che penso a te, ancora, e al dolce profumo del tuo sguardo.

Questa è la mia debolezza. Questa è la mia forza.

Qualcuno lo chiama amore.

Tratto da: David Ciolli, Diventa chi sei


Come esploratore dello spirito, fai in modo che la tua pratica spirituale includa la disponibilità a vivere sul filo del rasoio, così da non rimanere in una continua zona di comfort, per non diventare letargico ed effettuare pratiche spirituali in modo meccanico.

La coscienza è illimitata, quindi vuoi continuare a scoprire dimensioni sempre più profonde del tuo essere.

Quando partecipi pienamente alla vita, ti avventuri in modo coraggioso all’interno di territori inesplorati, verso aspetti dell’essere ce non sapevi esistessero perché continuavi a stabilizzarti, a sopravvivere e a condurre l’esistenza nel modo consueto, in uno stato di mediocrità.

Sii abbastanza coraggioso di uscire fuori senza sapere come andranno le cose, ma fiducioso abbastanza da sfondare la rete di sicurezza che ti sei creato.

Sperimenta il proverbiale viaggio dell’eroe, in cui esso si arrischia, sperimenta le sfide, impara da esse e le trascende, per ritornare a casa trasformato interiormente. […]

Ti trovi all’interno di un’avventura cosmica. Come ti muoveresti in questo mondo se vivessi veramente fino in fondo, se arrivassi a comprendere di non morire mai e di non perdere mai niente? Non troveresti il coraggio di liberarti dalla tirannia delle tendenze? Non cammineresti intrepido, senza paura di condividere, come un rappresentante creativo e radioso del cambiamento nel nostro mondo?

Hai il potere di dare il via alla tua avventura in questo istante.

Lo farai?

Tratto da: Michael Beckwith, La libertà spirituale, BIS edizioni

Fonte: link

mercoledì 7 luglio 2010

Masaru Emoto, l'uomo dell'acqua

LifeGate incontra Masaru Emoto, lo scienziato giapponese che ha dimostrato la capacità dell'acqua di memorizzare le informazioni che riceve dall'ambiente dando forma a cristalli diversi per ogni tipo di "messaggio".

Masaru Emoto ha messo a punto una tecnica che ha consentito di scoprire e di ammirare i molteplici segni del linguaggio figurativo con cui l'acqua risponde agli stimoli esterni.
Attraverso tale tecnica è possibile fotografare i cristalli ottenuti dal congelamento di acqua sottoposta alle vibrazioni non solo di parole o brani musicali, ma anche di pensieri e stati d'animo. L'acqua è infatti in grado di registrare la vibrazione di una energia estremamente sottile, definita nella cultura giapponese Hado. I risultati degli esperimenti condotti da Masaru Emoto dimostrano che i cristalli dell'acqua modificano la propria struttura in relazione dei messaggi che ricevono. L'acqua sottoposta alle vibrazioni di parole e pensieri positivi forma dei cristalli bellissimi simili a quelli della neve, l'acqua sottoposta alle vibrazioni di parole e pensieri negativi reagisce creando strutture amorfe e prive di armonia.

Hado, la più piccola unità di misura dell'energia, e la nascita del cristallo. Ci racconta?
Hado è una parola giapponese che significa "cresta dell'onda". Questo termine indica la vibrazione energetica estremamente sottile che è all'origine della creazione. Grazie all'incontro con il dottor Lorenzen e all'utilizzo della M.R.A. (Magnetic Resonance Analyzer), una macchina in grado di misurare l'intensità di Hado, ho potuto dimostrare che l'acqua può migliorare le condizioni fisiche delle persone. Successivamente la mia ricerca si è focalizzata sulle immagini dei cristalli di acqua ghiacciata. Il cristallo d'acqua è il segno che rende visibile l'influsso di questa sottile vibrazione, non visibile all'occhio umano, ma in grado di influenzare la materia.

L'acqua ci ascolta, memorizza sul suo nastro magnetico le vibrazioni dei nostri pensieri e delle nostre emozioni e ci risponde nel linguaggio figurativo dei suoi cristalli. Questo dialogo con l'acqua consapevolizza e porta a galla l'immagine di ciò che siamo ?
E' difficile accettare che l'uomo comune possa credere al concetto di dialogo con l'acqua, in realtà questo dialogo esiste. La Terra, chiamata anche il Pianeta d'Acqua, è coperta per il 70% della sua superficie di acqua, la stessa proporzione presente in un corpo umano. La neve, che cade sulla Terra da milioni di anni, contiene cristalli simili tra loro ma diversi uno dall'altro. Ogni cristallo porta in sé un'informazione. Più precisamente, la geometria del cristallo è l'informazione stessa che si cristallizza. L'acqua, attraverso la creazione e la contemplazione dei suoi cristalli, rende possibile un dialogo con l'uomo elevando la sua consapevolizzazione.

E' uscito il suo secondo libro Messaggi dall'Acqua Volume II. In questo lavoro lei ha attribuito particolare attenzione all'aspetto delle relazioni. Le immagini dei cristalli riflettono il risultato delle esperienze interpersonali all'interno di nuclei quali la famiglia, la scuola e i gruppi di preghiera.
Sì, in questo libro mi sono dedicato in modo particolare all'esperienza della preghiera e all'energia che la preghiera produce. L'esperienza della preghiera ha in sé le vibrazioni del sentimento e dell'emozione che accompagnano la parola. La risultante è una vibrazione sottile in grado di intervenire sulla materia modificandola. A questo proposito voglio ricordare l'incantesimo provocato dall'energia della preghiera sulle sponde del lago Biwa, in Giappone.
Il 25 luglio 1999, alle ore 4.30 del mattino, 350 persone si sono riunite di fronte al lago inquinato per offrire le proprie preghiere all'acqua. L'intenzione delle persone che pregavano insieme era sintonizzata su pensieri di armonia e gratitudine. Il risultato è stato sbalorditivo! L'acqua prelevata dal lago inquinato prima di essere sottoposta alla vibrazione della preghiera non ha prodotto alcun cristallo, mentre l'acqua prelevata dopo la preghiera è stata in grado di produrre bellissimi cristalli per oltre sei mesi, fino a gennaio del 2000.
E' stata l'acqua stessa a guidare la mia ricerca verso questa direzione. L'intuizione, nel mio lavoro, è essenziale... mi capita di svegliarmi nel cuore della notte con l'intuizione di ciò che devo trasmettere.

Il pianeta sta andando incontro ad un processo di deterioramento pressoché inevitabile.
A questo proposito lei si è fatto promotore di un progetto che invita le persone ad inviare sentimenti di amore e gratitudine nei confronti dell'acqua che scorre in zone del mondo particolarmente a rischio. Questa sua proposta porta il nome di Progetto di Amore e Gratitudine all'Acqua...

Io sono convinto che è la coscienza di ognuno di noi che crea il nostro mondo.
La vibrazione dell'amore e della gratitudine possono essere trasmesse, attraverso la nostra intenzione, ai corsi d'acqua che attraversano i paesi devastati dai conflitti e dalle guerre. Le faccio un esempio. Immaginiamo di inviare la nostra preghiera, il nostro pensiero d'amore al fiume Giordano sulle cui sponde vivono israeliani e palestinesi. L'acqua, informata da questa altissima vibrazione di luce, armonizzerà la terra e coloro che la berranno. Naturalmente sono molte le regioni nel mondo dove dimorano guerra e povertà, come India, Pakistan, Irak e alcuni stati africani. Per sostenere e divulgare questo progetto ho creato un sito,
www.thank-water.net, che sta avendo un grande seguito. Attraverso questo gesto di preghiera all'acqua è come se operassimo una trasfusione al pianeta sostenendolo con la vibrazione più potente, quella dell'amore.

Roberta Piliego

Ringrazio l'autrice del post, che ne detiene tutti i diritti e la cui fonte potete trovarla qui: LifeGate

Il nostro corpo è in buona parte composto da acqua, questa ricerca del Sig. Emoto può aprirci una nuova prospettiva..e se programmassimo l'acqua contenuta nel nostro corpo con vibrazioni di amore e gratitudine, o comunque altre vibrazioni positive?Credo che qualche bel pensiero vi sia venuto dopo aver letto questo articolo, è ora di metterci all'opera allora e di innalzare le nostre vibrazioni, sempre più e sempre con maggiore consapevolezza..Un caro saluto, ArgonautaMente..

Per ulteriori informazioni e foto dei cristalli di acqua potete cliccare qui