sabato 24 ottobre 2009

La "catastrofe" necessaria

Il Giornale OnlineTutta la terra trema, dall’Italia alla California e all'Oceano Indiano, i media lo riportano se mietono vittime, sorvolando però sulla sensazione diffusa di un cambio imminente e profondo di tutto il pianeta. La siccità e la sismicità crescono a ritmi esponenziali, i venti, le correnti marine e il climaeconomia sempre più in crisi. Sono tutti fenomeni importanti, nessuno tale da provocare catastrofi se visti in una prospettiva capace di comprendere sia le forze naturali in gioco, sia i bisogni dell'uomo e della natura. Questa prospettiva implica una ricerca trasversale, non solo scienza, ma anche e soprattutto co-scienza. stanno cambiando, l'asse terrestre vacilla, la magnetosfera e le aurore polari sono sconvolte, le finanze e l'

Come comunica la natura all'uomo? Con la bellezza, l'armonia, la sua stupefacente capacità di riprodursi e anche con eventi improvvisi che ci sconvolgono e diventano sempre più frequenti. Oggi sappiamo però che la causa dei "disastri naturali" non è tanto una natura ostile quanto piuttosto una vecchia cultura tesa al profitto e allo sfruttamento. La natura sta mutando, mentre la vecchia cultura rimane ancorata ai suoi idoli e domina ancora lo scenario mondiale, scosso da contraddizioni insolubili e crisi profonde. Tra gli autori dello scenario, le banche, le industrie, i governi, le religioni e, non ultime anche le scienze, incapaci di comprendere le cause dei fenomeni in atto.

La cecità delle scienze è tale da conservare il bisogno delle religioni. Alle due culture "opposte", scienze e religioni, si aggiunge in tempi recenti la "nuova" spiritualità, suddivisa tra maestri buoni, che svelano "segreti" già noti, e quelli cattivi che annunciano catastrofi, la fine del mondo nel 2012, etc. E così emergono anche la confusione crescente e la comune ignoranza delle cause che stanno cuocendo il mondo. Effetto serra prodotto dalle attività umane? Si sta riscaldando tutto il sistema solare! Il processo è molto più radicale, profondo, universale e umano (
Mentre tifoni, terremoti e licenziamenti in massa scuotono le società, cresce il bisogno delle tante verità che stanno sì emergendo, ma in mezzo a mille inganni. Tra questi i buoni che vogliono "salvare la Terra" e sono pronti a combattere i cattivi che guardano solo al profitto.

BENE E MALE SONO DIVISI?

La storia dimostra che non lo sono affatto e che qualsiasi lotta conserva, anzi accresce il potere costituito. Se vogliamo un nuovo mondo, giusto, libero e prospero, dobbiamo procedere in modo nuovo, comprendere il significato della Vita, ovvero ciò che ci anima e ci rende capaci di sentire e di cambiare, se vogliamo. La Vita è una Forza universale, quella che i fisici chiamano "corrente neutra debole" ovvero il fiume di bosoni neutri Z°, scoperti al CERN, negli anni '80. E' il FIUME della Vita , per saggi quali Eraclito e Giordano Bruno, e anche secondo me.

L'accademia tutta ne ignora l'esistenza. E perché mai? Perché implica una “catastrofe” della vecchia conoscenza e l'emergere di una verità scomoda. Il FIUME dimostra la falsità del " dio" venerato da tutti: il tempo lineare, legato al denaro, al PIL, all'interesse bancario e al lavoro salariato, dipendente. La "catastrofe" è quella delle menzogne e, tra le tante, la falsa divisione tra corpo e anima; è necessaria per conquistare la propria anima, la vera identità immortale. Possiamo passare al FIL, l'indice di felicità? Si serve la coscienza della multidimensionalità di cui siamo partecipi, l'unità con l' anima. Siamo pochi? Si, ma non vogliamo vincere le elezioni né convincere le menti credenti; vogliamo vivere nel rispetto della dignità di tutti, collaborare riconoscendo le diversità e usando tutte le forze, anche quella "debole" che muta il ritmo del tempo.

Sei tra i pochi? Allora sei il benvenuto,
Giuliana Conforto.

Fonte: Link

venerdì 9 ottobre 2009

E chi vi dice che sia una disgrazia?

C’era una volta un contadino cinese al quale era scappato un cavallo. Tutti
i vicini cercarono di consolarlo, ma il vecchio cinese, calmissimo,
rispose: “E chi vi dice che sia una disgrazia?”. Accadde infatti che, il
giorno dopo, proprio il cavallo che era fuggito ritornasse spontaneamente
alla fattoria, portandosi dietro cinque cavalli selvaggi. I vicini, allora,
si precipitarono dal vecchio cinese per congratularsi con lui, ma questi li
fermò dicendo:” E chi vi dice che sia una fortuna?”. Alcuni giorni dopo, il
figlio del contadino, cavalcando uno di questi cavalli selvaggi, cadde e si
ruppe una gamba. Nuove frasi di cordoglio dei vicini e solito commento del
vecchio cinese: “E chi vi dice che sia una disgrazia?”. Manco a farlo
apposta, infatti, scoppiò una guerra e l’unico a salvarsi fu proprio il
figlio del contadino che, essendosi rotto una gamba, non era potuto partire
per il fronte.
Questa parabola non ha fine e potremmo applicarla molti avvenimenti
della nostra vita, pubblica e privata. Spesso quello che in un primo momento
ci sembra irrimediabilmente nefasto può nascondere delle conseguenze
positive assolutamente inaspettate, basta attendere un po’ e lasciare che
abbiano il loro corso.
Anche per i fatti insomma, come per le persone, non bisogna mai aver fretta

di giudicare dalle prime apparenze.

Da "il caffè sospeso",Luciano De Crescenzo