mercoledì 23 settembre 2009

La legge del Karma

La legge del Karma, infonde speranza per il futuro e rassegnazione per il passato.
Fa comprendere agli uomini che le cose del mondo,
le sue sfortune ed i suoi insuccessi,
non intaccano la dignità dell’anima.

(Mario Ingaramo)

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Tutti i disordini che affliggono l’uomo sono dovuti all’azione della “legge di causa ed effetto” detta anche “legge del Karma”. Questa legge è la stessa che noi conosciamo con il nome “legge di gravità” e supera il campo fisico per applicarsi a quello del comportamento. “Così come tu semini raccoglierai; così come tu misuri agli altri sarà misurato a te, disse Gesù di Nazareth, e la tua misura sarà piena, scossa e traboccante”.

Quanto esposto chiarisce la famosa massima: “Le macine del Signore macinano lente… ma fino all’ultimo granello”. La legge di causa ed effetto opera infatti affinché ognuno di noi abbia a raccogliere, vita dopo vita, ciò che ha seminato. Dio è legge e non punirà mai coloro a cui ha donato la vita. Sono le trasgressioni alla legge che hanno creato la situazione attuale, in cui esistono la sofferenza, la miseria e malattie.

Noi tutti, durante la nostra vita, abbiamo il libero arbitrio di accettare le cose brutte, come se fossero di “nostra competenza”, oppure imprecando contro un Dio ingiusto e vendicativo. Difficoltà, miserie e problemi sono infatti nostri e ci competono come risultato delle azioni compiute durante le nostre passate esistenze. Nella cultura orientale l’insieme di tali azioni, buone o cattive che siano, viene chiamato “karma individuale”.

Ogni conoscenza ed ogni esperienza rimangono per sempre, vita dopo vita, come possessi acquisiti, comprati e pagati. Questi possessi diciamo che sono acquisiti per “diritto di coscienza” e non possono né perdersi e tantomeno venire rubati. Nessuno, infatti, può togliere a qualcuno l’intelligenza, il talento, le facoltà e le conoscenze.

Nel nostro essere vi è una specie di registrazione dove, in essenza, vengono segnate tutte le cose acquisite. Il fatto ancor più straordinario è che tutto le cose che le esperienze ci hanno insegnato ad usare, sia esso un tavolo, le stoviglie, gli indumenti, i gioielli, il denaro, le coperte e perfino una scatola di fiammiferi, rimangono anch’esse registrate. Questa registrazione ci serve per portarle con noi vita dopo vita.

Questi oggetti, o strumenti come li potremmo chiamare, appaiono nelle nostre vite, sia che noi li desideriamo oppure no, ed è questo il motivo per cui alcune persone nascono nell’opulenza e altre nella miseria. Ognuno, infatti, nasce nella condizione in cui ha meritato di nascere per diritto di coscienza. La legge di causa ed effetto si incarica di attrarre ad ognuno ciò che gli compete ed il posto più opportuno. Non c’è ingiustizia nel piano della Verità.

A questa legge si riferì il maestro Gesù quando disse: “Non accumulate tesori sulla terra, dove la polvere li corrompe e dove i ladri minano e rubano, ma accumulate tesori nel cielo dove né la polvere danneggia, né la ruggine corrompe e neppure i ladri rubano e rovinano; perché dove sarà il vostro tesoro lì sarà pure il vostro cuore” (Mt. 6,19-21).

- Come funziona la legge del Karma -

La filosofia esoterica insegna che esiste una specie di archivio dove sono contenuti i progetti di tutte le cose. Tale archivio viene chiamato “Mondo degli archetipi” e non è tangibile ai sensi in quanto è costituito della stessa sostanza di cui sono composti i nostri pensieri. L’uomo, a sua insaputa, lavora nel mondo degli archetipi mediante i suoi pensieri abituali e le sue modalità di vita. In tal modo egli getta i semi per un roseo futuro o un raccolto di tribolazioni. Tale fatto non gli è però facilmente comprensibile in quanto “getta i semi” in modo inconsapevole, così come un sonnambulo può causare dei danni di cui, al risveglio, non riuscirà a capacitarsi.

Si comprende allora l’avvertimento di san Giovanni Crisostomo quando dice: “Il primo convincimento da suscitare in noi è il concetto che nessuno si danneggia se non da se stesso” (”Quod nemo laeditur nisi a seipeo”, pag. 52/3).

Anche Giobbe, nella Bibbia, afferma: “Ciò di cui temo mi piomba addosso” (Gb, 3,25); altra indicazione di come le emozioni negative (in questo caso la paura) possono causare la realizzazione della situazione tanto temuta.

Troviamo in quanto esposto la legge di causa ed effetto in azione; essa è tanto dura da essere stata definita “la legge del taglione” e, qualora male interpretata, porta a concludere che Dio è tutt’altro che infinitamente buono, anzi, lo si suppone crudele al punto di chiedere di tagliarsi una mano a chi l’ha utilizzata per danneggiare il suo prossimo.

E’ infatti difficile, per l’uomo, comprendere che il supremo Creatore ha utilizzato delle leggi ben determinate con cui ha creato l’Universo e che Egli stesso ha estremo rispetto per le leggi che ha promulgate; l’ordine millenario con cui si muovono gli astri e vengono amministrati gli eventi della natura sono un chiaro esempio di tale immutabilità.

Tra le leggi esistenti quella di gravità è di certo una delle più importanti, ed è un vero peccato che l’uomo la consideri solo in relazione ai fenomeni fisici. Se la considerasse attentamente potrebbe scoprire che essa è legata alla sua esistenza più di quanto possa immaginare. La legge di gravità, nella fisica, implica che un oggetto lanciato in alto ritorni verso il basso; la stessa legge, nell’esoterismo, implica che ogni nostra azione o pensiero crei delle condizione che torneranno a noi. In questo caso prende il nome di “legge di causa ed effetto” o “legge del Karma”.

L’uomo difficilmente si rende conto di essere l’unico artefice del proprio destino perché le sue azioni non sempre provocano un effetto così immediato da evidenziare il collegamento con la loro causa. Questo fatto porta un individuo a cercare l’origine dei suoi mali all’infuori di sé stesso, ed alla conclusione che gli altri (e talvolta lo stesso Dio) siano l’unica causa delle sue tribolazioni.

- Nessuno può farvi alcun male -


Nessuno può farvi del male se voi stessi, con le vostre azioni o i vostri pensieri, non ne avete creato la causa in questa vita o in quelle passate: è un debito in sospeso che deve essere pagato. Noi stessi siamo la causa dei nostri mali, non altri. Gli altri sono soltanto strumenti con i quali l’equilibrio naturale, erroneamente chiamato “Giustizia di Dio”, ci chiede di sistemare i conti che abbiamo aperto. Dobbiamo perciò pagare i debiti e nel contempo riscotiamo i crediti per il bene che abbiamo fatto.

Convincetevi che, se non avete debiti da pagare, sarete inattaccabili. Lo sarete anche se emanerete pensieri d’amore verso tutte le persone e tutte le cose. Essi, infatti, formeranno intorno a voi un’aura di luce che vi difenderà da ogni attacco malevolo.

- Karma collettivo e Karma individuale -

(Il pensiero è la sola forza che dà vita o distrugge, a seconda che è diretta in bene o in male (Prentice Mulford)

L’umanità, attraverso i propri interessi, le proprie azioni ed i propri sogni di carattere benefico ed altruistico, crea poco a poco, un’entità bianca, mentre, con quelli di carattere egoistico e malevolo, crea un’entità nera, un demone potenziale. Sarà proprio la qualità dell’energia a far crescere una o l’altra di tali entità.

La creazione di queste due entità fa’ parte delle leggi che governano il nostro Universo. Quando l’umanità compie certe azioni, oppure pensa in un certo modo, contribuisce (nel Mondo astrale) alla formazione di una di queste due grandiose entità: è inevitabile.

Ogni pensiero ed emozione dell’uomo prende vita e forma nel suo universo individuale ma, nel momento in cui vi sono milioni di persone, che pensano e percepiscono come lui, significa che vi sono milioni di persone all’opera per creare nel Mondo astrale la medesima entità.

Quando l’entità nera ha raggiunto un certo grado di sviluppo cerca di scaricare l’energia accumulata, si creano allora i presupposti per l’inizio di una guerra, un massacro, un gesto fanatico o un cataclisma naturale di cui il terremoto è un classico esempio.

Non siamo puniti per i nostri peccati ma dai nostri peccati


I Maestri ci osservano continuamente ma ciò non significa che Essi, vedendo che l’umanità si comporta molto male, emettano un verdetto seguito da una punizione. I Maestri non hanno bisogno di mettere in atto delle punizioni; non esiste nel nostro Universo nessuna punizione se non quella che l’umanità si crea da sola dando vita all’entità nera che abbiamo descritta.

Fintanto che le entità sviluppano la loro forma nel Mondo astrale, non vi è alcun problema per l’umanità o per la vita del pianeta. Rappresentano una situazione che assomiglia a quella del feto nel grembo materno, non crea problemi né per se stesso e neppure per la madre. Il bimbo si trova là, buono buono, non lo si sente piangere né gridare, non pretende nulla, si trova appartato e cresce pian piano.

Dopo la nascita, invece, subito dopo la nascita, il bimbo, che ora esiste nel mondo in modo tangibile, comincia a reclamare il suo diritto a mangiare, respirare, essere amato e riconosciuto; da quel momento diventa esigente. Allo stesso modo dopo un certo tempo la gestazione astrale dell’entità, nera o bianca che sia, arriverà a termine e si manifesterà nel Mondo fisico. E’ in quel momento che essa pretenderà ciò che gli è dovuto, proprio come un bambino appena nato e, se si trattasse di un’entità maligna, si produrranno grandi catastrofi.

Per provocare questi catastrofi, l’entità nera cercherà chi le assomiglia, esattamente così come fanno i bambini che, una volta grandicelli, cercano tra i loro piccoli amici quelli che sono più portati a fare le birichinate da loro ideate. L’idea distruttiva di questa entità sarà innanzitutto recepita dalle persone che, a loro insaputa, le hanno dato vita e fornito l’energia necessaria al suo sviluppo.

E’ per questo motivo che si può vedere qualcuno arruolarsi nell’Esercito mentre pensa tra sé: “Non ho più nulla da perdere, allora mi unirò a coloro che cercano di salvare il mio Paese”, oppure “Non ho motivo per vivere, così cercherò di esistere per la mia Patria, per una nobile causa”. In realtà questa offerta di sé mostra come vi siano delle persone che nello stesso tempo collaborano al piano guerrafondaio di un’entità nera e, con il loro sacrificio, cercano di riscattare la parte di energie negative che hanno offerto all’entità stessa per autogenerarsi.

Quindi, esiste un’attrazione tra questa entità e le persone che l’hanno creata, anche se nel momento in cui esse muoiono sembrano esserne le povere vittime. Ogni volta che vedete accadere delle cose nefaste, orrori dovuti alla guerra o al fanatismo, oppure catastrofi ambientali (terremoti, alluvioni, incendi, ecc.), sappiate che dietro ogni evento vi è stato un accumulo di energia che, scaricandosi, lo l’ha generato.

- Come superare il Karma negativo -

La maniera migliore per non aggravare il vostro Karma è di accettare il destino e lasciare che si compia, senza tentare di sfuggirgli. Penserete che questo è fatalismo. No, i fatalisti accettano gli avvenimenti perché “sta scritto”, e così non reagiscono. Si lasciano coinvolgere da ciò che accade come fanno gli animali, senza cercare di modificare la situazione con la volontà e l’azione.

I veri discepoli non sono fatalisti; essi decidono di assumere delle iniziative e dicono: “Ho com­messo degli errori nel passato, devo pagare, va bene. Ma per il fatto di aver sbagliato, devo rimanere inerte a soffrire? Mi impegnerò piuttosto in una grande e nobile impresa, che non soltanto cancellerà tutto, ma mi porterà anche alla vera liberazione”. A che cosa serve pagare il Karma se è unicamente per soffrire senza evolvere?

- La felicità mediante la Legge di Causa ed Effetto -



La felicità è nobile e nasce dalle cose costruttive. Il piacere, basato sulla vanità e sul desiderio, non dura e si tramuta sempre in pena (Dal “Nakulamata”)

I tipi materialisti ed intellettuali, dovrebbero considerare la Legge di causa e di effetto, così come considerano la Legge di gravità, la Terra attira tutto ciò che si allontana da lei, noi attiriamo tutto ciò che si è allontanato da noi. Tutte le religioni confermano questa grande Legge, ma citerò soltanto quanto ha detto Gesù di Nazareth: “Ciò che l’uomo semina, quello raccoglierà”.

Possiamo aggiungere: “Qualsiasi cosa un uomo raccoglie, quello è ciò che ha seminato nel suo passato”. In Cina questa legge è enunciata in questi termini: “Semina un frutto per raccogliere quel frutto, semina semi di zucca se vuoi raccogliere zucche”.

Lork Kilmur, primo ministro inglese, quando parlò alla Westminster Hall di Londra ad una udienza di magistrati e di avvocati inglesi ed americani, disse che per risolvere i mali che affliggono l’umanità non c’è che un mezzo: insegnare agli uomini come funziona la Legge di causa e di effetto e come creare buone cause al fine di raccogliere degli effetti benefici.

Tutti i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre azioni appartengono ad una di queste due categorie:

1. ciò che determina armonia,
2. ciò che semina disarmonia.

Noi spargiamo i semi dell’armonia o della disarmonia in ogni momento della nostra vita quotidiana e, nella stessa precisa misura, raccogliamo armonia di disarmonia dalle persone che ci circondano e dalle situazioni che incontriamo.

Quando i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre azioni sono incontrollate, ge­neralmente noi reagiamo in sintonia con gli stimoli che ci arrivano. Perciò, se qualcuno ci parla in modo critico di cose o persone noi, generalmente, ci uniamo a lui con il nostro risentimento e le nostre critiche, senza renderci conto che così facendo attiriamo disarmonia su noi stessi.

Poiché questa è la sola Legge che insegna a vivere, basterà controllare le cause per essere sicuri di controllare gli effetti. Supponiamo che il Sig. X provochi disarmonia nel Sig. Y o che manchi ad un dovere verso di lui. Agendo in questo modo X ha creato una causa. Y, con la sua reazione genererà una nuova causa: se reagisce armonicamente alla provocazione di X egli creerà una causa armonica; se reagisce in malo modo, irritato e offeso, anch’egli seminerà una causa negativa e disarmonica.

Dobbiamo comprendere che questa Legge è tanto perfetta che anche la critica del governo, del tempo atmosferico o dei cosiddetti oggetti inanimati, produce per noi dei semi di disarmonia. Quantunque la causa e l’effetto siano inseparabili, così come il diritto e il rovescio di una moneta, ciò non significa che si possa constatare un effetto a tempo breve; qualche volta può accadere, ma in altri casi esso potrà realizzarsi molto più tardi, magari in una vita successiva.

In questa Legge possiamo perciò vedere quella che ci viene proposta come Giustizia di Dio. Questa Legge ci porta anche a comprendere che “noi non siamo mai puniti per i nostri peccati ma dai nostri peccati”.

- Quello che conta è il momento presente -


Un sorriso che non dai, è un sorriso che non avrai.

Noi dobbiamo CREARE ARMONIA ORA. Dobbiamo sempre cercare di rispondere in modo positivo a qualsiasi situazione ci si presenti dinanzi. Con il controllo dei nostri pensieri e dei nostri sentimenti siamo liberi di attirarci cause armoniche o disarmonie in ogni istante della nostra vita.

Se impariamo ad osservare noi stessi e gli altri scopriremo ben presto che ognuno raccoglie ciò che semina. Controllando le nostre reazioni verso il mondo esterno, noi diventiamo padroni completi della nostra vita. Vivendo in armonia QUI e ORA, noi siamo in grado di equilibrare le energie negative che abbiamo creato nel passato e prepararci un futuro di pace e benessere.

Quando comprendiamo cos’è che genera le cause e gli effetti, cambia completamente la nostra attitudine verso coloro che provocano disarmonia in noi. Comprendiamo che essi stanno seminando una causa, mentre noi stiamo soltanto raccogliendo il frutto di ciò che abbiamo seminato nel passato. Dovremmo sempre ringraziare coloro che ci fanno del male perché in questo modo ci permettono di chiudere un conto che abbiamo aperto tempo fa, magari in una vita passata. Scrisse a tal proposito Richard Bach: “Quando hai davanti un problema, guardagli nelle mani: vedrai che ha un regalo per te”.

Massime importanti

- Tutte le libertà scaturiscono dalla libertà mentale.
- Vivi nel presente, per il futuro, guidato dal passato.
- Nessuno è felice se non pensa di esserlo.
- Le responsabilità vengono attirate dalle spalle in grado di sopportarle.
- Il potere dell’amore, non l’amore del potere, può portare la pace.
- Per un uomo saggio, ogni giorno è una nuova vita.

- “Vai… e non peccare più.” – Gesù di Nazareth -

Fonte: link

6 passi per essere presenti a se stessi

La consapevolezza si esercita con piccoli gesti e piccole attenzioni che sviluppano apertura nei confronti del mondo e allargano gli orizzonti percettivi di ciò che siamo e ciò che vogliamo diventare.

Prima di cambiare il mondo dobbiamo saper cambiare noi stessi. E quando abbiamo cambiato noi stessi abbiamo già cominciato a cambiare il mondo.

Cambiare non vuol dire diventare altro da ciò che siamo, ma vuol dire lasciare da parte ciò che crediamo di essere o ciò che gli altri vogliono che noi siamo, per entrare invece più in contatto con la nostra natura autentica con ciò che vogliamo, che sentiamo, che crediamo e con ciò che possiamo effettivamente diventare se solo diamo fiducia e sostegno alle nostre potenzialità sopite.

Questo processo si innesca imparando a diventare presenti a noi stessi, creandosi spazi e tempi di silenzio interiore da cui lasciar emergere nuovi colpi d'occhio sulla realtà, nuove risposte e, soprattutto, nuove domande. Potremo così cominciare a indirizzare la nostra vita verso attività che abbiano un senso per noi, rimettendo in
gioco – come dice il sociologo Domenico De Masi – gli equilibri che la nostra vita ci costringe a rendere definitivi, aprendoci all'innovazione, al rinnovamento, al cambiamento, all'apprendimento e alla crescita.

- Cosa ci piace veramente? -

Sappiamo rispondere a questa domanda? Conosciamo le nostre più profonde esigenze e sappiamo scegliere ciò che è meglio per noi senza farci condizionare dall'abitudine o dalle convenzioni nelle nostre scelte? Non è mai troppo tardi per imparare, basta iniziare a porsi la domanda e porsi in ascolto, per cogliere le risposte.

- Tempo per sé -

Spesso troviamo un senso alla nostra vita semplicemente affannandoci per gli altri e disperdendoci in mille attività. Ma finiamo col dimenticare noi stessi, e non potremo mai essere veramente utili agli altri se non avremo prima imparato a fare i conti con noi stessi. Prendiamo tempo, quindi, e dedichiamocelo, per una volta.

- Osare -

E' nell'oltrepassare i propri limiti che ci sentiamo ancora più vivi e che sperimentiamo in pratica la nostra capacità di modificare la realtà con il nostro contributo. Non facciamoci limitare da idee preconcette di noi stessi, non rassegniamoci a dipendere dalle nostre paure e dalle nostre incertezze. Andiamo oltre, è possibile!

- Essere curiosi -

Il mondo è piccolo quando non alziamo gli occhi dal nostro giornale o dalle pratiche che dobbiamo sbrigare. Diventa immenso quando ci permettiamo di guardarci attorno, di cogliere ogni occasione per imparare qualcosa di nuovo per scambiare esperienze e informazioni con chi ci sta vicino e chi ci sta lontano, scoprendo così cose che, da
soli, non avremmo mai conosciuto.

- Ritrovare la passione -

Non è nel distacco ma nell'amore per la vita che si esprime il più alto grado dell'umanità. La capacità di provare forti emozioni nasce dall'interno, non dipende da un oggetto piuttosto che da un altro, nasce dalla disponibilità a lasciarsi trascinare dal vento della vita, senza perdersi, ma giocandoci insieme, come potrebbe fare un abile
velista.

- Coltivare la meraviglia -

Anche la capacità di divertirsi e di vivere appieno il presente non nasce dall'esterno ma da una disponibilità interna. Il mondo è sempre nuovo, giorno dopo giorno, momento dopo momento. Aprendo la mente ed educandola a cogliere l'unicità di ogni istante, trasformiamo il nostro tempo in un'avventura senza fine.

(di Marcella Danon)

fonte: link